#2 L'occhio del Gufo di Andrea Butini - Cosa ne penso?
Ti avevo promesso un mio parere onesto sull'opera prima di Andrea Butini. Da bravo procrastinatore, con un mese di ritardo, eccomi finalmente giunto!
Salve a tutti amici della postale.
Sì, lo so che mi stavi cercando nei meandri del web. Però un po’ dovevi aspettartelo, no? Questa newsletter non si chiama “The King of Procrastination” senza un motivo.
Ed ecco, da buon procrastinatore, che finalmente arrivo con la recensione de “L’occhio del Gufo” di Andrea Butini – che ti avevo promesso – con forse un mese di ritardo (cazzo, ho procrastinato fin troppo, questa volta).
Da dove parto? Quelli bravi ti parlerebbero un po’ della trama, ma io non sono bravo né ho voglia di parlare della trama. Leggiti la quarta di copertina. Anzi, per te bradipo pigro, la lascio di seguito, così non devi fare la fatica di andartela a cercare.
NELLA FORESTA DI ROKTHAN, un piccolo, insignificante villaggio come ce ne sono tanti, gli animali cominciano a sparire. Sorin, un cacciatore, cerca di comprenderne il motivo. Ma la diminuzione delle prede non è la sua unica preoccupazione: da un paio di giorni, infatti, suo figlio Jas è vittima di strane crisi di violenza.
Intanto, un vecchio straniero dall’aspetto emaciato che si fa chiamare Maestro fa la sua comparsa nel paese, portandosi dietro una scia di sangue e di misteri. Per indagare, il capitano Swain è costretto a chiedere aiuto al conciliatore Neth Roven, un uomo distrutto dalla perdita della moglie.
E mentre i due si mettono sulle tracce del Maestro, altri eventi inquietanti rompono la quiete di Rokthan: stanno per giungere i pacificatori, soldati della lontana Vanhorn. E sembra che abbiano intenzioni tutt’altro che buone.
Cosa sta succedendo davvero? Che collegamento c’è tra le prede scomparse, le crisi del piccolo Jas e l’arrivo del Maestro? E perché un borgo dimenticato da tutti è diventato improvvisamente così importante?
Dunque.
Per me è doveroso mettere in chiaro un paio di cose:
Andrea non mi ha pagato per questa recensione.
Andrea non è mio fratello/cugino/amico di infanzia/aguzzino
Andrea… chi è Andrea?
*Torna serio, King, sei sempre il solito. Sempre a farti riconoscere.*
Sì, sì, scusa mia troppo-seria-coscienza. Ma c’è davvero una premessa che voglio fare: quelli che secondo me sono gli intenti di Andrea nello scrivere questo storia (sì, lo chiamo Andrea come se fosse il mio bro).
L’intento del signor Butini (va meglio così) traspare chiaro dalle pagine della sua opera: il mondo non è fatto di fiorellini e arcobaleni, non solo. Il mondo, sì anche il nostro, ha dei lati oscuri, tremendamente oscuri, e indorare la pillola non è ciò che vedrai qui.
Ecco che abbiamo L’occhio del gufo, un Dark Fantasy dalla forte componente Grimdark in cui al lettore non è risparmiato nulla, in cui gli uomini vengono mostrati in tutto il loro schifo e il mondo come una gigantesca piscina di piscio, merda e fango cit. (Andrè, dovevo farlo).
Questa è Rokthan, questi sono i suoi abitati.
Quindi, se vuoi una lettura rilassante, che ti faccia staccare portandoti in un mondo bello e gentile, non comprare questo libro. Perché non si potrà fuggire dalle scene forti e, delle volte, anche disturbanti.
È chiaro come l’autore voglia mostrare la capacità dell’uomo di sopravvivere in un mondo marcio, ma anche come e in quale misura le bruttezze del mondo intacchino l’animo umano. I personaggi saranno resilienti, uscendone rafforzati ma senza abbandonarsi ad altrettanta cattiveria, oppure saranno divorati dalla crudeltà, divenendo crudeli a loro volta?
Io ne sarei uscito capo dei procrastinatori, ovviamente. Ah, no, si chiamavano Pacificatori i soldati nel mondo di Andrea, perdonami.
Comunque, come avrai capito, L’occhio del gufo è un fantasy ambientato in un secondary world crudo, in cui la cattiveria ne fa da padrona (è la decima volta che lo dico, lascia fare).
È proprio tramite i tanti pov (punti di vista) presenti nel romanzo, che possiamo vedere gli effetti di questo mondo sulle persone. I pov sono tutti caratterizzati molto bene a mio avviso, con una voce peculiare e un punto di vista psicologico ben strutturato.
Se da una parte ho apprezzato la varietà dei pov, potendo vestire i panni di adulti quanto di adolescenti, dall’altro non mi ha dato il tempo di empatizzare come avrei voluto con tutti i personaggi. Se il numero fosse stato leggermente inferiore, limitandosi ai quattro pov principali, molto probabilmente non avrei avuto questo problema.
La scrittura di Andrea è asciutta e diretta, proprio come arido di fiorellini colorati è il mondo che ci viene raccontato. Ho trovato molto piacevole lo stile. Per quanto Andrea sia un esordiente, devo ammettere che parte da una base solida che lo porterà, ne sono sicuro, a un miglioramento progressivo e rapido.
Onestamente non è facile trovare esordi di qualità come L’occhio del gufo, a mio parere, e questa è sicuramente una nota positiva che non va sottovalutata.
Il ritmo della narrazione è serrato. Dopo una prima parte introduttiva e sebbene i continui cambi di pov, il libro l’ho divorato (e diciamo che, ultimamente, non sono proprio un lettore seriale e questa la dice lunga sulla bellezza della storia che ha scritto Andrea).
Butini riesce a trascinare il lettore pagina dopo pagina. L’intreccio e gli enigmi sono ben costruiti e questo permette di andare avanti, spinti dalla curiosità di scoprire come si evolveranno le cose e quale sarà il destino di Rokthan e dei suoi abitanti.
Reputo L’occhio del gufo una storia più plot driven che character driven, anche considerando che, come detto dall’autore stesso, l’arco di evoluzione dei quattro personaggi principali si sviluppa lungo tutti e tre i libri della trilogia. Quindi, nel primo capitolo, è un po’ come se vedessimo soltanto il primo atto della loro storia.
Credo che la decisione di non creare un arco di trasformazione per ogni libro sia stata la motivazione per la quale non sono riuscito a empatizzare come avrei voluto con i personaggi. Con un arco completo, forse, sarei riuscito a soffrire di più con loro, preoccuparmi di più, tenerci di più.
Eppure, il plot e i conflitti esterni sono così appassionati che non ho avuto nessunissima difficoltà nell’arrivare all’ultima pagina.
Mi è piaciuto davvero molto. Lo reputo un prodotto di qualità, anche se, come detto, non esente da difetti (ma quale storia si può dire davvero priva di difetti? In fin dei conti, non esiste la storia perfetta. Dipende da cosa cerca ciascun lettore, partendo dal presupposto che sia un prodotto curato, certo).
Altro elemento che ho adorato: il sistema magico.
Nel primo capitolo capiamo subito come sia variegato e complesso. Abbiamo tre sistemi:
Deleomanzia: nata dall’apertura di una soglia durante la guerra nella vecchia regione di Virash. Consente agli utilizzatori di potenziare il proprio corpo. Ma niente si raggiunge senza un sacrificio. I deleomanti devono sacrificare una parte di sé in cambio del potere. Può essere il cervello, come il proprio corpo, con conseguenze più o meno visibili e permanenti.
Katane magiche. Se assorbono il sangue di persone viventi sono in grando di manipolare il vento. Vengono usate dalle guerriere della regione del Khyuuten, chiamate Danzatrici
Sabbia magica. Se spalmata sulla pelle entra nei pori e permette di amplificare a dismisura l’empatia e percepire le emozioni altrui. Nel primo libro la usa una ex schiava che Shai, una dei quattro pov principali, ha comprato nella regione di Al-Shakaar. Veggenti delle sabbie, vengono chiamati gli utilizzatori.
E con questo, passo e chiudo.
Un appello da procrastinatore a te bradipo pigro e ai tuoi amici bradipi: supportate il fantasy italiano, supportate gli autori italiani. Ci sono tante belle penne, lì fuori, con tante belle idee. Dateci una possibilità e non ve ne pentirete, dateci una possibilità e, forse, anche per noi, si aprirà una strada fatta di fiorellini e arcobaleni. Perché il mondo editoriale, per noi, ora è più una mezza Rokthan che ci sta provando lol
Lo scribacchino che è in me
A cosa sto lavorando? Attualmente ho solo un progetto in WIP che punto a consegnare alla mia editor per fine maggio inizio giugno.
Edit: per maggio non credo ce la farò mai lol (Perdóname por mi vida loca, Vale.)
Nome in codice: Progetto Freedom, anche se sulla bozza per ora esce scritto “La fiamma della libertà”.
Genere: High Fantasy distopico in un secondary world a tinte antica Roma.
Target: New Adult, Adult
Ve ne parlerò meglio a tempo debito.
Progetti che sto portando avanti
Wideread, un social network in abito editoriale. Un ecosistema dedicato a scrittori, lettori, fumettisti e case editrici.
Attualmente è in alpha test a numero chiuso.
Per saperne di più: link al sito web!Collettivo Autorx del fantastico, in cui ventitré autori, compreso me, si sono uniti per supportarsi a vicenda, spingere il fantasy italiano di qualità e fornire una newsletter (su un canale Telegram) che verrà aggiornata con i libri pubblicati dagli autori e le future uscite di ciascuno di loro.
Per rimanere aggiornati: link al canale Telegram!Cardea - Diffondiamo il fantasy italiano, un movimento costruito con l’intento di valorizzare le produzioni fantasy nostrane. L’obiettivo è di sensibilizzare i lettori italiani e far comprendere che le storie prodotte nel nostro paese, ovviamente quelle di qualità, non hanno niente da invidiare a quelle estere.
Ci sono tanti autori bravi (basta vedere il collettivo citato sopra). È arrivato il momento di dare a Cesare quel che è di Cesare.
Per unirsi al movimento: link al gruppo Telegram!
Libri di cui procrastino la lettura
Sì, sì, prima li inizio, poi li leggo, ma tutto con molta lentezza .-.
Di cenere e ombre di Valentina Pinzuti
Il primo volume di una dilogia Dark Fantasy.Catfish Rolling di Clara Kumagai
Un urban fantasy YA ambientato in un Giappone. A causa di un terremoto si sono generate zone temporali dentro le quali il tempo scorre diversamente.The Will of the Many- La volontà dei molti di James Islington
Dark fantasy adult ambientato in un secondary world ispirato all’impero romano. È una specie di distopia il cui sistema magico è basato sulla volontà (ti ricorda qualcosa? Ecco perché lo sto leggendo lol)
Cosa ho finito di leggere?
Hai appena letto una recensione. Secondo te cosa ho finito di leggere? Ti vi bi!
RadioKing
A questo giro ti spammo anche un po’ di musica. Soprattutto robe che ho scoperto di recente. Via!